Agli inizi del Novecento due figli di Giovanni Conti, Cesare e Umberto, fratelli della mia nonna paterna, emigrarono in America. Cesare il 16 aprile del 1908 si imbarca a Genova sulla nave König Albert e sbarca a New York il 30 aprile 1. Il fratello Umberto, partendo sempre da Genova, lo raggiunge nell'agosto del 1920 2.
Cesare, che negli atti americani risulta con il nome di Chester, inizialmente risiede a Wind Gap, Northampton, Pennsylvania . Sposa Virginia Gambelli, proveniente da Ancona, giunta a New York il 3 maggio 1910.
Successivamente si stabilisce a Phillipsburg Ward 6, Warren, New Jersey.
Qui, secondo il censimento del 1920 , risulta residente con la moglie e i figli Nello, nato il 28 maggio 1911; Nellie, nata nel 1914 ca; Lilly, nata nel 1917 ca. A questi si aggiunge poi Nazareno, nato il 29 Marzo 1921.
Separatosi dalla moglie vive, come risulta dal censimento del 1930, con le figlie Nellie e Lilly. I due figli, Nello, che negli atti americani diventa Nelson, e Nazzareno, seguono invece la madre, che nel frattempo se ne è tornata in Pennsylvania e si è risposata con un certo Dominick Petruzza .
Nello (Nelson ) Conti muore il 29 maggio 1942, mentre il fratello (James) Nazzareno nel settembre 1947 si sposa con una donna di nome Hess, da cui ha avuto un figlio e una figlia. Muore il 7 marzo 2000.
Umberto si stabilì a Phillipsburg, Warren, New Jersey. Qui secondo il censimento del 1930 risulta residente con la moglie Antonietta e i figli Nicholas, nato il 4 marzo1924, Lena e Jean (Gino). Umberto morì nel 1943 e la moglie Antonietta gli sopravvisse fino al 1966.
Nonostante la distanza e gli anni trascorsi dal momento in cui lasciarono l'Italia, restarono in contatto con i famigliari. Nell'archivio di famiglia si conservano tre lettere, ma la corrispondenza dovette essere più ampia e coinvolgere anche Cesare, scritte da Antonietta, la moglie di Umberto, in un italiano incerto e traballante. La prima del 1945 è diretta alla cognata Maria Conti; le altre due, risalenti al 1946, sono indirizzate, dopo la sua morte, alla nipote Agnese. Sono scritti affettuosi e pieni di umanità, che rivelano grande attaccamento alla famiglia di origine e amore sincero, tanto più significativi se si pensa che a scrivere non è una Conti in senso stretto, ma la moglie di Umberto, che non ha mai visto i lontani parenti con cui è in corrispondenza. Appaiono come un documento prezioso di quel fenomeno migratorio che ha caratterizzato un'intera epoca della nostra storia e che qui possiamo cogliere in presa diretta, dal basso, nelle sue manifestazioni più immediate e ingenue.
Per questo ci sembra giusto darne notizia, offrirne una trascrizione sintetica e una riproduzione fotografica.
La prima del 15 febbraio 1945 è indirizzata alla cognata Maria Conti, che aveva sposato Emiliano Ricciotti. Antonietta oltre a far riferimento ad una precedente missiva in cui comunicava alla cognata la morte del marito Umberto, avvenuta il 5 dicembre 1943, parla anche della corrispondenza intercorsa con il nipote Giuseppe, prigioniero in un campo di concentramento in Sud Africa e dà alcune informazioni essenziali su Cesare, l'altro fratello di Maria:
“ Carissime cognate
venga ascrivervi queste mie due righi spero che siete tutti in buona salute assieme ai vostri figli: ti fosapere che il vosto figlio Ricciotti Giuseppe lui mi scrive spesse si lagna che non reseve notizie da voi lui sta bene si trove prigionero union of south Africa mi racomando di scrive a voi e di dargli le vostre notizie io care cognate vio scritto 2 mesi fa crede che lavete risevuta e vete saputo la morte del vostro cognato Umberto 3 del povero mio marito […] Care cognate voi non potete immaginare che dolore ciò nel mio cuore. anche io gio un figlio sotte le arme e unaltro forse la fine di questo mese parte per le armi a se sapete la prima lettera che abbiamo ricevuta dal vostro figlio Giuseppe lui era a così condende che subbito andato dalla croce rosso per potergli mandargli qualche cosa già che lui domande da fumare. Ma non o potutto mandar gli niende per il motivo che è proibito di mandare pacche [ …] la seconda lettera che ho avuta dal caro nipote il povero mio marito era morto ma non state col penziere che io so' sembre lazia faro io per lui più di quel che posso … io benche non vi conosce a nessuno ma vi ame come cognate spero che anche voi vi sendite verso di noi… spero che state tutti bene saluti e baci dai vostra nepoti … saluti dal vostro fratello Cesare asieme alle sue figli anche lui il primo figlio e morto 5 anno fa'allo spedale a desso Cesare cia 2 figli femmina e tutte e 2 marita[te] e a sieme al padre un figlio maschio sta con la madre. Come cià voi lo sapete chè cesare e sua moglia e di visi dal 1921 ma le ragazze và a trovare la mamma e la mamma và a trovare i figli stanno tutti bene saluti a tutti … vostra cognata Antonietta Conti e figli Lina Gino Nicolino ”.
La terza, datata Phillisburg NJ 4/4/ 46, appare particolarmente significativa, perché ci dà altre informazioni su questa corrispondenza, ribadisce l'affetto per i parenti lontani ed offre preziose notizie sulle due famiglie ormai stabilitesi in America:
“Carisima nipote
oggi stesso o ricevuta una tua lettera dove contiene la tua fotografia te non poi immaginare che conzolazione o risevuta come mi ramende che somiglia alla tua cara mamma che anche essa o cono sciuta nella fotografia come sei bella a come vorebbe stricerte fra le mie bracce a se tuo zio era vivo che conzolazione che feste lui sembre diceve non a pena che la guerra fenissi andiamo a fare un viaggio ini talia ma il buon S Gesù non a volute. Cara Agnesa te spedisci un pacco che celo preparate dal mese di Genaio […] Noi stiame tutti bene te voi sapere che fa i miei figli la tua ghugina Lina fà lascrivana Nicolino fa il mecanico Dande a prese lo studio da dottore ma non a potutte fenire lostudio per il motivo che la male dizione guerra non era fernita e a voluto partire per fare il soldato a fatto 11 anno di scuole per niende lui si trova in germania stanno studiande per a pé e Radio, io ciò un fattoria assieme con unaltro di pellezzi ecco che siame tutti a cupate nel nostro mestiere io ra sarta da l'italia e ciò questo picolo besinissi di quindici anno fa' il tuo povero zio quande era condente di vedere tante persone che venive a comperare le pellizzi per che lui alla sera vedeva a casa e io alla fatoria. Il tuo ghugino Nicolino si sposa il 27 di queste mese non a pene che receve il pacco respondemisubite che ve ne respedissi unaltro […]
saluti a tutti baci cari tua zia A Conti
questi e la descrizione del tuo zio Cesare lui cia due figli maritate Lilì cia 2 belle bambine Nella cia una sola bambina lui abita con la figlia Nella 19 Hannover St. Phillisburg NJ
lui mi ha dette che via scritto e non a vuta risposte credo che il caro nipote Giuseppe si trove a casa”. |